16 Giugno - La Nazione
La storia di Campiglia raccontata agli alunni dagli antichi mulini
 
 

Nel mese di maggio come ormai da alcuni anni, un centinaio di studenti delle scuole medie ed elementari hanno visitato il MULINO DI CAMPIGLIA. A tutti ne è stata illustrata la storia ed anche degli altri mulini a vento nella provincia della Spezia, mulini a vento che sono stati il tema di un recente convegno organizzato dall’Associazione Campiglia. Le visite sono state organizzate dalla Coop “Il Portoro” condotte dalla dott.ssa Giacchè in collaborazione con l’Associazione Campiglia nell’ambito del progetto di Educazione Ambientale promosso dal Parco Regionale di Portovenere.

Continua pertanto l’attività dell’Associazione Campiglia finalizzata alla divulgazione delle conoscenze del territorio con particolare riferimento alle attività agricole. Alcuni risultati si incominciano a vedere:la monorotaia ora gestita direttamente dall’Associazione con la collaborazione di molti associati è stata quasi totalmente rinnovata e resa funzionante; molte piane sono state recuperate anche di recente a vigneto o ad orto; con propri mezzi, autotassandosi, alcuni privati hanno ripristinato la discesa a mare di NAVONE; l’Associazione ha recentemente ripulito e ripristinato i sentieri per COREGNA e ACQUASANTA ed ora inizierà i lavori lato mare. Tutti i prodotti:zafferano, marmellata fichi d’india, sale marino sono molto richiesti e soprattutto, legati a queste iniziative, sono stati creati due posti di lavoro dipendenti dalla Associazioneai quali se ne dovrebbero aggiungere altri due per la gestione del rifugio escursionistico nella EX SCUOLA. Con i tempi che corrono non è poco.

L’Associazione Campiglia ha scelto la strada di prima fare e poi chiedere anche perché trovare chi firma petizioni è molto facile, molto più difficile trovare chi si china per spostare un masso, pulire un sentiero e dissodare una piana. Ma come dicevamo i risultati si incominciano a vedere e l’agricoltura specie di nicchia riconquista a sé nel territorio piane e terrazzamenti, fortunatamente oggioltre che da parte dei “foresti” anche da parte di giovani del postoche non vedono lo sviluppo del territorio solo in strade e case nuove e nel “vendere” le fatiche di nonni e padri per un facile, immediato ed effimero tornaconto.

Occorre ormai un segno concreto e rapido che vada al di là di convegni, eventi ed assicurazioni verbali,per chi ancora coltiva ed ha voglia di coltivare la terra, occorre che le istituzioni appoggino e assistano nella zona di TRAMONTI già di per se “difficile”, queste attività che ripetiamo da sempre sono le uniche che possono salvaguardare un territorio che è sito SIC – UNESCO con forte identità e caratteristiche agricole.

 

 
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