21 Febbraio 2007 - IL SECOLO XIX

Intesa Comune – Parco – Associazione Campiglia per il riutilizzo dei locali 
La scuola di Campiglia, da lungo tempo messa in pensione dal calo demografico, s'appresta a diventare laboratorio di prodotti tipici e centro propulsore di iniziative volte alla promozione del territorio. La nuova funzione assegnatale è stata concordata dal Comune della Spezia, proprietario dell'edificio, e dall'Associazione Campiglia, artefice di un recupero ambientale e produttivo già pervenuto a risultati incoraggianti. I lavori di bonifica dell'area dove sorge l'immobile e di recupero dello stesso sono cominciati venti giorni fa. Il primo lotto, finanziato con 50 mila euro, comprende le opere esterne, la manutenzione degli infissi e l'impiantistica. Alla sistemazione dei locali interni sarà invece fatto fronte con stanziamenti regionali relativi ad un progetto Borghi agro-marini che sancisce un'alleanza tra le Terre dell'Antica Podesteria di Carpena (Hotel Paese della Codeglia) l'Associazione Campiglia e quella Amici della Palmaria. Come si vede, un fronte che si distende dalla bassa Valle del Vara alle isole attraverso una pregiata porzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre e che pone in relazione tre Comuni: La Spezia, Portovenere e Riccò del Golfo. Al ruolo che Campiglia s'appresta a svolgere, sostengono i dirigenti dell'Associazione, una base logistica è indispensabile e l'ex scuola ne rappresenta i requisiti.
Rimasta inutilizzata, il Comune l'aveva inserita, come altre nelle medesime condizioni, fra i beni da alienare al fine di recuperare risorse, però tali disegni non sono stati condivisi dalle comunità locali, che rivendicavano il mantenimento dell'utilizzo pubblico. In questa direzione ha remato la prima Circoscrizione, il cui contributo è stato sicuramente determinante nella decisione finale: la scuola di Biassa ospita l'Ostello Tramonti, quella di Fabiano Alto accoglie associazioni socio culturali, quella di Campiglia viene ora ad allungare la lista dei patrimoni pubblici mantenuti tali.
Il progetto di riutilizzo prevede la trasformazione delle sale a piano terra in laboratori per la lavorazione di prodotti tipici locali, quali lo zafferano ed i fichi d'India. Al primo piano troveranno posto le aule per i corsi mirati ala conoscenza del territorio, rivitalizzando la rete sentieristica e la cultura materiale. Al riguardo, la lavorazione della pietra arenaria avrà eco attraverso speciali corsi di scultura. Al secondo piano dell'edificio, infine, saranno sistemati una ventina di posti letto per i corsisti e per i docenti. Nei possibili vuoti fra un ciclo di lezioni e l'altro potrebbero trovare posto gruppi organizzati secondo quel concetto di "turismo di qualità" che rientra nei principali obiettivi dell'Associazione Campiglia.

Luciano Bonati

 
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