7 Maggio 2008 - Comunicato Associazione Campiglia

L'identità del territorio

Riteniamo opportuno e necessario precisare in merito all’articolo su Campiglia, recentemente apparso quale è ed è sempre stata la posizione e l’orientamento della nostra Associazione.
Premettiamo che il Consiglio della nostra Associazione ha chiesto ed ottenuto un incontro con il Sindaco, Circoscrizione e Ufficio per Tramonti circa un mese fa, in questo incontro del quale è stata data informativa a tutti gli associati, sono stati affrontati molti degli argomenti ora portati all’onore della cronaca da un “gruppo di abitanti”.
La maggior parte di noi ritiene che sia essenziale e prioritario mantenere l’identità del territorio, identità che, storia e tradizioni insegnano, passa attraverso un recupero agricolo sia pur parziale finalizzato a colture di nicchia. Questa è l’unica via per salvare muretti a secco, sentieri e ambiente. Strada da percorrere molto difficile e controcorrente, quando è molto più facile vendersi od affittarsi la casa o il “casotto” a caro prezzo.
A tal fine e con mezzi propri ( contributo diretto di alcuni associati ) abbiamo in questi anni:

- aperto uno spaccio alimentare
- pubblicato il libro “Tramonti la Settima Terra”
- recuperato circa 6.000 mq alla coltura dello zafferano quella dei fichi d’India
- mantenuto in funzione la monorotaia (abbandonata da tutti:Cantina, Comune, ecc )
- recuperati pulito e ripristinato sentieri principali e secondari
- pubblicando anche una cartina informativa
- risanato insieme con il Parco delle Cinque Terre il mulino a vento per farne ( siamo ancora in attesa dell’attuazione del Parco ) un centro di informazione sul territorio gestito dalla nostra Associazione

ed altro ancora, sempre il tutto finalizzato a mantenere quella “identità” del territorio di cui tutti parlano ma per la quale pochi concretamente operano anzi se mai remano al contrario.
E questo non solo per rispetto di chi faticosamente questo territorio ha “costruito” ma anche perché siamo fermamente convinti della correttezza nel tempo della nostra scelta anche sotto il profilo sociale ed economico.
Nel frattempo mentre con estrema difficoltà lavoriamo in tal senso: sono stati venduti 8 casotti con relativo terreno ( ed a caro prezzo ) ed è forse un bene perché la cura della terra di chi ha venduto ( eredi o figli ), non era certo più l’interesse né prioritario né secondario, sono state vendute 7 case in paese che verranno ristrutturate e destinate a seconde case e, guarda caso, gli unici due fabbricati “sociali”: la Canonica e la Croce Rossa sono stati ceduti in affitto e non a gente di Campiglia, con il plauso di un “gruppo di abitanti”, e diventati bar-ristoranti.
Forse era meglio cederli ad equo canone a quei giovani tanto desiderosi di sistemarsi a Campiglia.
Ma il problema dei giovani e delle case per loro è un falso problema che ci auguriamo non copra altri interessi.
Se non esistono attività legate al territorio i paesi come Campiglia diventano inevitabilmente o agglomerati di seconde case o squallide periferie dormitorio.
In provincia di La Spezia in questi ultimi anni in gloria ai veri agriturismi sono sorti circa 320 affittacamere e 260 B&B che giustamente “usano e sfruttano” il territorio e le sue caratteristiche ma soltanto 8 aziende agricole che di necessità curano e mantengono il territorio. Il territorio di Campiglia non è certo adatto per questo tipo di sviluppo o tra pochi anni “sarà solo macchia mediterranea con pseudo ville e villette seconde o terze case e addio a quel paesaggio patrimonio dell’umanità che solo a parole vogliono salvare”.
Ben venga la fognatura, sono più di dieci anni che la nostra Associazione si batte per avere un servizio così essenziale di cui non si dovrebbe nel 2008, Campiglia porta del Parco, neppure parlare, ben venga una manutenzione più accurata della strada di accesso, ma noi proseguiamo verso quella finalità per cui siamo sorti e che riteniamo prioritarie e nel tempo vincenti ( gli esempi non mancano ): il recupero agricolo-ambientale del territorio.
Abbiamo già presentato progetti in Regione per:

- la realizzazione di un impianto di vigneto (5 ettari) per produrre il vino “Renforzà”
- l’estensione della coltura dello zafferano e dei fichi d’India
- la costruzione di una nuova monorotaia
- la realizzazione di un laboratorio di trasformazione prodotti agricoli
- la pulizia dei boschi ( con funzione di antincendio )
- ripristino dei muretti a secco e sentieri poderali

e siamo aperti a tutti coloro di Campiglia e non che attivamente ( con le mani più che con le parole ed i comunicati ) vogliano partecipare, ma non è nei nostri scopi ed “interessi” aprire il nostro territorio ad uno sfruttamento, sia pur mascherato da esigenze “sociali”.
Ovviamente le nostre scelte non sono “popolari” anzi molto contrastate ma siamo certi condivise dai veri abitanti di Campiglia da chi cioè, opera e lavora ancora nel territorio.
Un esempio: con i soliti comunicati stampa e sempre da “un gruppo di abitanti” era stato annunciato il passaggio del nostro territorio sotto la Comunità Montana ( tecnicamente allora impossibile e ancor più ora con le Comunità Montane in scioglimento ), risultato: se la monorotaia funziona è perché l’Associazione ed i suoi associati stanno spendendo un bel po’ di soldi per la sua manutenzione straordinaria.

Associazione Campiglia
Il Presidente ed il Consiglio


 
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